Questa mattina abbiamo letto un componimento lirico che descrive l'incontro di un cavaliere con una pastorella. L' autore è Cavalcanti che era considerato un George Cloney dell'epoca ma non gli piaceva la compagnia degli altri.
Un parente acquisito del Cavalcanti ha fatto una parodia alla sua lirica.
Ecco l'introduzione che dà il libro:
La lirica comico-realistica è rappresentata molto bene da questo sonetto. L'autore fa una scherzosa riletture in chiave gay della ballata del Cavalcanti intitolata "In un boschetto trovai una pasturella".
Ora arriva il sonetto in volgare toscano.
Guido, quando dicesti pasturella,
vorre'ch'avessi dett'un bel pastore:
chè si conven ad on che vogli onore
contar,se pò verace sua novella.
Tuttor verghett'avea piacent' e bella:
pertanto lo tu' dir non ha fallore:
ch'io non so ne ree nè 'mperadore
che non l'avesse agiata ta' merella.
Ma dicem' un che fu tec' al boschetto
il giorno ch'e e' si pasturar gli agnelli,
ch'e non s'avvide se non d'un valletto,
che cavalcav, ed era biondetto,
ed avea li suo' panni corterelli:
però resetta, se vuo',tuo mottetto.
Ecco dei commenti ad alcuni versi.
Tuttor verghett'avea piacent' e bella:
Aveva un bastone bello e che dava piacere.
Ma dicem' un che fu tec' al boschetto
il giorno ch'e e' si pasturar gli agnelli,
ch'e non s'avvide se non d'un valletto,
che cavalcava, ed era biondetto,
ed avea li suo' panni corterelli:
Diciamo che quando eri nel boschetto
il giorno in cui dovevano pascolare gli agnelli
ma tu vidi un ragazzo
che cavalcava ed era biondo
e aveva i panni corti.
Provate immaginare la reazione della classe!!!